R25 – IL SAPIENTE E LA SAPIENZA

>quando il sapere non è ostentato<

Gian Franco Dettori – ve06apr2018


Il sapiente, il migliore dei quattro profili proposti, per definizione, “ha molte e profonde cognizioni, acquisite non soltanto con lo studio, ma anche attraverso l’esperienza, la meditazione, la riflessione”, quindi è al tempo stesso istruito, cioè dotato di un’ampia cultura orizzontale (conoscenza), e saggio, cioè dotato di una buona cultura verticale (consapevolezza). La persona sapiente ha un comportamento solitamente molto disponibile al dialogo, è poco incline a imporsi nelle questioni che non la riguardano, più spesso parla quando viene chiamata in causa, e anche se argomenta razionalmente le sue opinioni con motivazioni valide non pretende di avere ragione. Il sapiente può essere morbido, quando tollera silenziosamente chi fa un cattivo uso della conoscenza, sia essa reale (superbi) o presunta (arroganti), o duro, quando invece riserva a queste persone delle osservazioni e a volte dei rimproveri anche severi.


LA SAPIENZA E LA SUA GESTIONE. Il punto di partenza del sapiente è che la propria cultura è frutto sì del proprio impegno ma è stata raggiunta grazie a delle condizioni predisponenti che l’hanno permessa, per cui, pur essendo un merito, molte altre persone che non sono state altrettanto fortunate e che non hanno usufruito delle stesse opportunità non l’hanno potuta raggiungere alla stessa maniera. A queste persone è richiesto solamente di non spacciarsi per istruiti quando non lo sono, cioè di riconoscere umilmente e di non nascondere la propria ignoranza conoscitiva. Il mancato riconoscimento di questa ignoranza configura un quadro di arroganza, l’uso della propria conoscenza per ergersi al di sopra degli altri è tipico invece della superbia.


LO STUDIO E LA RIFLESSIONE. I due ingredienti della sapienza sono pertanto la conoscenza, risultato dello studio, e la consapevolezza, una dote che richiede un terreno predisponente significativo ma che è il risultato della propria esperienza diretta e indiretta, della propria conoscenza teorica ma soprattutto della propria abitudine a riflettere andando oltre le apparenze.

>I due ingredienti della sapienza sono lo studio che fa crescere le conoscenze e la riflessione che promuove la consapevolezza<


Gian Franco Dettori – ve06apr2018


Ordine cronologico


R24 – LA CULTURA E L’IGNORANZA >sapienti, superbi, umili e arroganti<

R26 – IL SUPERBO E LA SUPERBIA >quando il sapere da risorsa preziosa monta la testa di chi lo possiede<


Percorso tematico


R24 – LA CULTURA E L’IGNORANZA >sapienti, superbi, umili e arroganti<

R26 – IL SUPERBO E LA SUPERBIA >quando il sapere da risorsa preziosa monta la testa di chi lo possiede<


Richiami attinenti


R5 – 1° RICHIAMO ALLA COERENZA DEL 2018 >una dote facile da pretendere ma difficile da vivere<

R6 – IL MODELLO DI PERSONA COERENTE >un riferimento logico-pragmatico non sempre esemplare<

R21 – IGNORANZA E MALAFEDE >quando l’ignoranza non è una colpa e quando può creare molti guai<

R23 – CULTURA, SAPERE E CONSAPEVOLEZZA >i vari tipi di cultura e il ruolo di educazione, esperienze e persone stimate<

R24 – LA CULTURA E L’IGNORANZA >sapienti, superbi, umili e arroganti<

R26 – IL SUPERBO E LA SUPERBIA >quando il sapere da risorsa preziosa monta la testa di chi lo possiede<

R27 – L’UMILE E L’UMILTÀ >quando la propria ignoranza è riconosciuta senza ipocrisia<

R28 – L’ARROGANTE E L’ARROGANZA >quando l’ignoranza è nascosta per esigenze emotive<

R29 – CONOSCENZA E COMPETENZA >ignoranti, conoscitori inesperti e conoscitori esperti<

R30 – LA DITTATURA DELL’IGNORANZA >perché spesso ha successo chi ha poca cultura<

R42 – COMUNICAZIONE, CULTURA, FALSE NOTIZIE E INTERNET >come una risorsa culturale può diventare un limite e come porvi rimedio<

R44 – LA SCIENZA CHIUSA NEL PASSATO E LA SCIENZA APERTA AL FUTURO >il progresso come ricerca di conferme o come apertura alle novità<

R65 – L’ARROGANZA E LA SUPERBIA >l’ignoranza di chi fa credere di saperne e quella di chi pretende la ragione<

R66 – LA SAGGEZZA E LA SUPERBIA >la consapevolezza limitante e l’ignoranza motivante<