Potenziamento Multisistemico

FAQ

Frequently Asked Questions

FAQ è l’acronimo di Frequently Asked Questions, che in inglese vuoi dire “domande poste frequentemente”. Qui troverete delle domande sulla terapia di Ottimizzazione Neuro Psico Fisica e sui concetti teorici che le girano attorno, per esempio per chiarire i significati medici dei termini che compaiono più spesso nella sezione dedicata alla Ottimizzazione Neuro Psico Fisica. La FAQ possono essere create dal medico del sito, in base a quello che chiedono le persone sulla terapia di Ottimizzazione Neuro Psico Fisica, ma chiunque può farne scrivendo il proprio nome, la propria e-mail e la domanda nella sezione CONTATTI, precisando se vogliono che nella domanda compaia il loro nome o altri dati identificativi come il sesso, l’età, la professione o altro ancora.

FAQ

Domande Comuni

Il paziente che si rivolge a un medico che fa questa terapia non dovrebbe preoccuparsi dei meccanismi per i quali prima sta male e poi sta meglio, sarebbe come se una persona che ha il mal di testa e le passa con l'aspirina chiedesse al medico cosa succede nel suo stomaco e nel suo sangue dopo aver preso la pastiglia e come mai poi il dolore alla testa sparisce. Riguardo i meccanismi quindi il paziente dovrebbe accontentarsi della diminuzione o della scomparsa dei suoi sintomi, il che non è poco. Detto questo i benefici della terapia di Ottimizzazione Neuro Psico Fisica sono dovuti al fatto che il bersaglio della terapia non è il sintomo o il disturbi di cui il paziente si lamenta perché questo è considerato come l'ultimo anello di una catena che parte molto prima e che riconosce la sua causa in una disfunzione del cervello, che è una parte del Sistema Nervoso Centrale. Con questo non si vogliono negare i fattori esterni delle malattie e dei disturbi ma questi fattori per provocare i problemi di cui sono ritenuti come unici responsabili devono trovare un terreno fertile senza il quale non fanno niente.

Senza volerla banalizzare, la disfunzione cerebrale può essere definita come un aumento basale dell'attività cerebrale che si mantiene alta anche quando non è necessario, generando quello che comunemente è definito logorio, che ha conseguenze sia sulla mente, per esempio come rimuginazioni assillanti, sia sul corpo, in generale con fenomeni ascrivibili all'aumento dell'attività del sistema nervoso ortosimpatico genera tensioni e altre alterazioni di varia natura che compromettono la salute. La disfunzione cerebrale può far sentirei la sua presenza in tre modi diversi: (1) generazione di una malattia o di un disturbo; (2) predisposizione a una malattia o a un disturbo; (3) amplificazione di una malattia o di un disturbo. 1 - Generazione La disfunzione da sola provoca malattie e disturbi quando questi compaiono a prescindere dal contributo di fattori esterni, dando quelle che normalmente sono chiamate malattie psicosomatiche o disturbi psicosomatici. 2 - Predisposizione Più spesso la disfunzione rende le persone più predisposte ad ammalarsi e allora fattori esterni che in altre persone non hanno alcuni effetto possono provocare le malattie o i disturbi più vari, e mentre erroneamente si punta il dito su questi fattori esterni non si considera che essi hanno agito su un terreno già predisposto, quindi sono la cosiddetta goccia che ha fatto traboccare un vaso già quasi colmo per via della disfunzione cerebrale. 3 - Amplificazione Altre volte le persone che si sono ammalate nonostante una disfunzione di livello basso o medio basso possono aumentare la loro disfunzione all'improvviso per i motivi più disparati, e non a caso in concomitanza con questo aumento il quadro clinico peggiora a volte in maniera anche esplosiva, come se fosse un vulcano in attesa di una eruttazione che poi è comparsa quasi inaspettatamente. In tutti questi casi la terapia di Ottimizzazione Neuro Psico Fisica ridimensiona la disfunzione solitamente facilitando i meccanismi di autoriparazione e di autoguarigione del Sistema Nervoso di cui ogni persona è dotata, altre volte facendo in modo che altri interventi esterni non trovino nel corpo malato delle resistenze, date appunto dalla disfunzione che si oppone ai tentativi di imposizione dall'esterno di un equilibrio che lei rifiuta. 

La domanda sembrerebbe banale ma non lo è, perché mentre normalmente ci si cura solo quando si sta male, l'ambizione della Ottimizzazione Neuro Psico Fisica è quello di creare il concetto, così tanto estraneo alla nostra cultura, di terapia del benessere, intesa come un insieme di accorgimenti che mantengono la persona nello stato di salute, posto che la sua salute apparente lo sia anche realmente. Infatti una persona apparentemente sana potrebbe in realtà avere una disfunzione cerebrale talmente alta che potrebbe bastare una causa esterna anche minima che la farebbe ammalare anche gravemente, e mentre tutti solitamente puntano il dito contro quella causa non si considera che se quel grado in più di temperatura, quel virus, quel particolare tipo di cibo o di bevanda o anche quel grave dispiacere, quel lutto o quel sovraffaticamento psicologico o fisico non avessero trovato nella persona una disfunzione abbastanza alta non le avrebbero potuto fare niente, cioè la persona non si sarebbe ammalata. Per questi motivi è giusto che a fare la terapia di Ottimizzazione Neuro Psico Fisica siano le persone malate, ma la dovrebbero fare anche le persone che credono di stare bene solo perché non hanno sintomi gravi. Normalmente le persone sane che fanno la terapia di Ottimizzazione Neuro Psico Fisica, oltre a riportare miglioramenti per piccoli disturbi che prima consideravano irrilevanti, riferiscono benefici soprattutto mentali e comportamentali, con una migliore fluidità di pensiero e con una maggiore consapevolezza del reale peso che hanno le varie cose dalla vita, tant'è che una frase caratteristica è "le cose adesso mi scivolano più facilmente addosso". Per capire l'importanza di fare l'Ottimizzazione Neuro Psico Fisica nonostante ci si ritenga abbastanza sani da poterne fare a meno si rimanda alla pagina in cui se ne parla come di una terapia del benessere.

Prima di rispondere a questa domanda occorre precisare che cos'è realmente lo stress, poi si farà una distinzione tra vari tipi di stress e infine si chiarirà quando e come lo stress può arrivare a essere la causa prima della disfunzione cerebrale, e poi delle malattie o dei disturbi. Cos'è realmente lo stress Mentre per il linguaggio comune lo stress è inteso solo in una accezione negativa, quindi come un obbligo o un fastidio che impegna la persona mettendo alla prova le sua capacità di sopportazione, di qui molti comuni modi di dire tra cui "Mi stai stressando" e "Sto attraversando un periodo di stress", il significato letterale della parola stress, riportato anche dal vocabolario Treccani, è "la risposta funzionale con cui l’organismo reagisce a uno stimolo più o meno violento (stressor) di qualsiasi natura (microbica, tossica, traumatica, termica, emozionale, ecc.)", dove per risposta funzionale si intende prima di tutto quella del cervello e poi, conseguentemente, quella del corpo. E siccome gli stimoli stressanti o stressor, in modo particolare quelli emozionali, non sono necessariamente negativi per la persona ecco che in generale di può parlare di stress tutte le volte che l'attività del cervello aumenta per qualsiasi motivo. Tre tipi di stress Questa definizione porta al riconoscimento di tre tipi di stress, che per semplicità chiamiamo: (1) stress acuto positivo, (2) stress acuto negativo e (3) stress cronico, che è sempre negativo e la cui controparte positiva è il benessere. Si parla di stress acuto positivo tutte le volte che la persona è impegnata in attività gratificanti, con un impegno mentale o fisico che richiedono un aumento cospicuo dell'attività cerebrale. In questi casi la persona è psicologicamente motivata e gratificata, fisicamente efficiente e una volta finito lo stress può, come si suol dire, "staccare la spina", nel senso che l'attività cerebrale resa necessaria per sostenere l'impegno precedente non torna proprio ai livelli precedenti ma si abbassa quanto basta per dare alla persona una tregua. Se invece l'attività in questione non rientra negli interessi o nelle preferenze della persona siamo di fronte a uno stress acuto negativo, che prevede sempre una aumento dell'attività cerebrale ma in questo caso durante l'impegno mentale o fisico la persona va incontro più facilmente a uno stato di malumore, prova malessere e una volta finita l'attività che ha coinvolto la persona l'attività cerebrale si riduce ma molto meno che nel caso precedente, per cui si dice che il costo biologico in termini di salute cerebrale è stato maggiore, con una maggiore l'attività cerebrale residua. Questi sono tipicamente i casi in cui la persona si sente letteralmente logorata da quello che sta facendo non in una sola giornata ma più spesso in un periodo di tempo più ampio. Mentre solitamente, salvo rare eccezioni, uno o pochi episodi di stress acuto negativo non portano la persona ad ammalarsi, per spiegare il rapporto tra lo stress e la malattia è necessario parlare di stress cronico, un tipo di stress che compare dopo ripetuti episodi di stress acuto. Abbiamo visto che dopo un episodio di stress acuto c'è la diminuzione dell'attività del cervello che però non ritorna ai livelli precedenti rispetto allo stress sopportato, per cui il suo livello aumenta, di modo tale che ripetuti episodi di stress acuto determinino l'accumulo di un costo biologico che fa sì che l'attività cerebrale residua al termine dello stress sia sempre maggiore, fino a quando supera i livelli di sopportabilità della persona e del suo fisico che subisce l'iperattività del cervello generando da solo le malattie (generazione), predisponendo il paziente ad ammalarsi più facilmente di certe malattie (predisposizione) e amplificando eventuali malattie già presenti (amplificazione) (fedi FAQ 2). Ovviamente l'insorgenza dello stress cronico è più precoce nel caso in cui gli stress acuti che lo hanno provocato siano stati soprattutto negativi, mentre con gli stress acuti positivi è più tardiva. Stress cronico, disfunzione cerebrale e patologie conclamate Da quanto è stato scritto si capisce facilmente perché i danni da stress più spesso non compaiono durante gli stress, cioè durante gli impegni mentali o fisici in atto o imminenti che hanno richiesto o provocato l'aumento dell'attività del cervello, ma dopo, quando la mente o il corpo non chiedono al cervello nessun aumento e ciononostante la sua attività rimane alta, cioè la sua disfunzione raggiunge livelli talmente alti da rendere la persona di fatto malata, anche se lei ancora non avverte nessun sintomo. L'alta attività cerebrale si scarica sul corpo attraverso la sezione ortosimpatica del sistema nervoso autonomo, che determina, tra l'altro, aumento della frequenza cardiaca, aumento del calibro dei bronchi e a livello dei vasi una reazione non esclusivamente ma soprattutto di costrizione, il che aumenta la pressione arteriosa e da una ipertensione arteriosa possono derivare vari tipi di danni che dipendono dalle predisposizioni e dalle condizioni precedenti del paziente.

A qualcuno questa distinzione potrebbe sembrare banale e irrilevante ma per capire le conseguenze dello stress è fondamentale. Per questo prima vanno chiarite le conseguenze che può avere la compartecipazione delle cause esterne alla persona e delle cause interne sui suoi equilibri psicologici e fisici, per cui riconosceremo quattro tipi di disturbi, di cui tre sono anche delle malattie, il quarto tipo no. E purtroppo il quarto disturbo di cui si parlerà è quello da cui dipendono molti guai odierni, soprattutto nelle società occidentali. La salute e il suo contrario L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce la salute come "stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia", per cui il suo contrario, cioè l'assenza di salute, è la perdita di questo stato di completo benessere, cioè uno squilibrio tutto interno alla persona che deriva in parte da fattori o motivazioni esterne, in parte da fattori interni alla persona. Questo schema è illustrato nell'immagine che ho inserito nella pagina in cui si parla del ruolo della disfunzione nella determinazione dei disturbi (si consiglia di ingrandire l'immagine cliccando in basso), in cui si vede come mentre la salute della persona è intesa come salute fisica e salute psicologica, il suo contrario, cioè i disturbi, possono essere di quattro tipi: (1) malattie organiche, (2) disturbi psicosomatici, (3) disturbi comportamentali e (4) nervosismo. Già da qui si capisce che il nervosismo non rientra tra quelle che noi consideriamo malattie ma rappresenta la mancanza di quel benessere che secondo l'OMS è necessario per definire poter una condizione salutare. 1 – Malattie organiche Sono la quasi totalità dei disturbi che si studiano all'università e la quasi totalità di quelli che spingono una persona a rivolgersi al medico per essere curata. Mentre solitamente nella generazione di questi disturbi si punta il dito sui fattori esterni di vario tipo, non si considera che questi fattori, di qualsiasi tipo essi siano, richiedono un terreno favorevole senza il quale la persona è resistente. Questo terreno favorevole è dato dal funzionamento del corpo e delle suoi vari apparati, che dipendono in massima parte dal funzionamento del Sistema Nervoso Centrale, cioè del cervello. E il funzionamento del cervello a sua volta dipende dal livello della sua disfunzione, che aumenta tutte le volte che c'è uno stress e che diminuisce nei periodi compresi tra uno stress e l'altro, una diminuzione che può essere accelerata da modalità cognitive favorevoli, quali per esempio la meditazione, da pratiche fisiche, quali per esempio lo yoga e lo sport in genere, o da una terapia che la riduca direttamente, quale è per l'appunto, unica di questo genere, l'Ottimizzazione Neuro Psico Fisica. 2 – Disturbi psicosomatici Caratteristicamente i disturbi psicosomatici sono causati prioritariamente o esclusivamente da cause interne alla persona, delle cause che in ultima analisi sono riconducibili alla disfunzione cerebrale, per cui a rigor di logica sarebbe più opportuno indicarli come "disturbi neurosomatici". Anche in questi casi la terapia di Ottimizzazione Neuro Psico Fisica, attraverso la riduzione della disfunzione cerebrale, può arrecare notevoli benefici alla salute della persona fino a poterla anche liberare completamente da questi disturbi. 3 – Disturbi comportamentali Detti anche disturbi relazionali, mentali, psicologici o psichiatrici, sono anch'essi causati in parte dai fattori esterni alla persona, ma la componente interna è più rilevante di quanto si possa pensare, prova ne sia che di fronte a uno stesso evento anche membri di una stessa famiglia possono reagire nelle maniere più disparate, chi risentendone solo psicologicamente, chi andando incontro anche a problemi organici, chi manifestando una apparente indifferenza e chi infine incassando il dispiacere e sapendo reagendo in maniera lucida e razionale. Le differenze in questi casi, a parità di eventi esterni, sono dati evidentemente da un diverso funzionamento mentale che è indice di una diversa disfunzione cerebrale. 4 – Nervosismo Mentre di fronte a una persona con malattie organiche, con uno o più disturbi psicosomatici o con disturbi relazionali gravi è facile dire che è malata, rispetto a una persona nervosa siamo più restii a considerarla malata, anche se il suo comportamento può apparire visibilmente opposto rispetto alla definizione di salute data dalla OMS. E infatti secondo quanto si sostiene qui questa persona non è malata ma è disturbata. Con il termine nervosismo si vogliono indicare tutta una serie di disturbi che comprendono la rabbia incontrollata, l'impazienza, il razzismo, la violenza e tutti altri comportamenti che indicano una condizione mentale non proprio ottimale che può essere stata scatenata da cause esterne alla persona ma che richiede sempre una rilevante componente interna. Anche alcuni vizi possono rientrare in questa categoria di disturbi, in modo particolare quelli sostenuti da un alto livello di stress. Come si diceva prima questi disturbi, pur non essendo curati e spesso pur non essendo curabili con i metodi tradizionali, di fatto sono più diffusi di quando si possa pensare e un loro trattamento con la terapia di Ottimizzazione Neuro Psico Fisica porterebbe inevitabilmente al loro forte ridimensionamento, nei casi migliori alla loro scomparsa, e al conseguente miglioramento della società.

La terapia di Ottimizzazione Neuro Psico Fisica va fatta dopo una singola seduta preliminare di Ottimizzazione Neuro Posturale. In tutti e due i casi la terapia consiste nell'appoggiare il puntale di un manipolo in punti specifici del padiglione auricolare del paziente spingendo un tasto posto sullo stesso manipolo. Maggiori particolari su questa procedura sono descritti nella FAQ 12. Ottimizzazione Neuro Posturale (ONP) Il compito dell'Ottimizzazione Neuro Posturale, come è approfondito meglio nella FAQ 10, è quello di sbloccare il Sistema Nervoso dai condizionamenti indotti dallo stress e come tale è necessaria prima di fare qualsiasi altro protocollo con il CRM. Si fa in una sola visita che a seconda dei casi ha una durata compresa tra i 45 e i 90 minuti. Ottimizzazione Neuro Psico Fisica (ONPF) È la principale terapia di riequilibrio neuro psico fisico relazionale, il cui scopo è di combattere le alterazioni disfunzionali che sostengono o causano la maggior parte delle patologie, ripristinando un corretto controllo delle funzioni alterate. Nella FAQ 11 sono descritte le differenze operative con l'Ottimizzazione Neuro Posturale. L'Ottimizzazione Neuro Psico Fisica fa fatta a cicli di 18 sedute ciascuno, con delle distanze minime e massime definite tra la sedute e l'impossibilità di fare più di 4 sedute in una sola giornata. Non è obbligatorio, ma sarebbe bene se le 18 sedute fossero fatte in due blocchi, il primo con 12 sedute e il secondo con le altre 6, con un intervallo tra la dodicesima e la tredicesima che può variare, a seconda dei casi, da una a quattro settimane. A parte casi eccezionali, un paziente dovrebbe fare due cicli completi di ONPF all'anno. Tra un ciclo e l'altro è prevista anche una seduta di verifica che a volte può coincidere anche all'inizio del nuovo ciclo.

Per la terapia di Ottimizzazione Neuro Psico Fisica non ci sono né controindicazioni né complicazioni, soltanto bisogna tener conto che la reazione del Sistema Nervoso Centrale talvolta può non essere percepita positivamente dal paziente, che può avvertire un peggioramento sintomatologico che tuttavia andrebbe considerato come una dimostrazione di una risposta alla terapia, un apparente risentimento che comunque è limitato a un breve periodo, dopo il quale la terapia, come è scritto nel consenso informato, non compromette l’integrità fisica e psichica della persona. Paradossalmente, soprattutto all’inizio, è meglio che il paziente avverta delle reazioni negative piuttosto che non avvertire niente, perché nel primo caso è sicuro che la terapia in qualche modo lo ha cambiato a livello nervoso, mentre nel caso in cui non ci dovesse essere nessuna reazione la risposta alla terapia, se la scomparsa della dismetria non è abbastanza evidente, potrebbe essere messa in dubbio.

No, non tutti, o meglio, normalmente tutti rispondono nel senso che correggono in varia misura la loro disfunzione cerebrale, ma non tutti possono godere dei benefici in termini di ridimensionamento o di scomparsa dei sintomi, e per questo l'operatore è tenuto a ridimensionare le aspettative di tutti pazienti. Qui preciso che quella che sto scrivendo è una posizione personale, un collega che fa questa terapia può ritenere opportuno gestirla diversamente per motivazioni che possono essere altrettanto valide. È mia abitudine, soprattutto durante il primo colloquio con i pazienti, quindi nella seduta in cui somministro l'ONP, metterli in guardia riguardo le aspettative, perché dire che questa terapia ha alte probabilità di successo non significa che funziona sempre con tutti quelli che la fanno, e anche se su 100 pazienti ce ne dovessero essere 2 o 3 che non rispondono come gli altri, per quanto mi riguarda il medico è tenuto a dire a tutti che potrebbero essere loro a non rispondere. In questo modo eventuali insuccessi non susciterebbero proteste, mentre nel caso in cui i pazienti dovessero rispondere lo apprezzano di più perché sanno che la loro risposta non era scontata. Al contrario se il medico carica i pazienti di aspettative l'eventuale risposta viene sì apprezzata ma viene vissuta come un risultato scontato, mentre la mancata risposta in questi casi può provocare accese proteste, oltre a compromettere la reputazione del medico e soprattutto della terapia, una terapia che merita di essere definita dolce per antonomasia perché non impone miglioramenti dall'esterno ma mette l'organismo nelle condizioni di autoripararsi e di autocurarsi fino, nel migliore dei casi, a guarire da solo, per cui chiunque la dovesse fare dovrebbe sentirsi onorato per valorizzare appieno le potenzialità di cui ciascuna persona dispone ma la cui estrinsecazione è ostacolata per via di una disfunzione cerebrale talmente alta da non essere più gestibile.

L'Istituto Rinaldi Fontani ha fornito delle indicazioni tariffarie minime che noi tutti siano tenuti a osservare, delle indicazioni per le quali la singola terapia di Ottimizzazione Neuro Posturale dovrebbe costare almeno 100 € e ciascuna seduta di Ottimizzazione Neuro Psico Fisica almeno 25 €, per un totale di 450 € a ciclo. Riguardo le sedute di Ottimizzazione Neuro Psico Fisica, come è stato scritto nella FAQ 6, la ONPF va fatta a cicli, ognuno dei quali è costituito da 18 sedute, suddivise, secondo le linee guida fornite dall’Istituto Rinaldi Fontani, in due blocchi separati tra di loro da un intervallo che va da 1 a 4 settimane, il primo da 12 sedute e il secondo da 6. All’interno di ciascuno dei due blocchi di sedute la distanza temporale tra una seduta e l’altra deve rispettare dei minimi e dei massimi di riferimento forniti sempre dall'IRF. Inoltre non sono possibili più di 4 sedute in una stessa giornata. Considerando che la frequenza ottimale delle sedute è di 3-4 alla settimane per la prima parte del ciclo (data dalle prima 12 sedute) e di 1-2 alla settimana per la seconda parte (le restanti 6 sedute), e che l'intervallo tra la prima e la seconda parte varia da 1 a 4 settimane, la durata di un intero ciclo di Ottimizzazione Neuro Psico Fisica varia da 2 a 4 mesi e il suo pagamento dovrebbe essere diluito in questo in un arco di tempo. A distanza di circa un mese dalla fine del ciclo dovrebbe essere fatta una verifica in cui si prende atto dei miglioramenti che il paziente ha ottenuto rispetto alla fine dell'ultimo ciclo e si stabilisce quando iniziare il ciclo successivo.

L’Ottimizzazione Neuro Posturale è il primo protocollo che va fatto a chiunque decida di sottoporsi a trattamento con la CRM terapia. Questa terapia va fatta non isolatamente, ma nell’ambito di una prima visita più complessa, in cui il medico deve valutare il paziente nella sua interezza, ponendo particolare attenzione alle componenti adattative disfunzionali, sia psicologiche e comportamentali che fisiche e posturali, che il paziente manifesta, cioè sul modo con cui lo stress lo ha modificato e condizionato negli anni precedenti. Secondo le linee guida messe a disposizione dall’Istituto Rinaldi Fontani di Firenze la prima visita comprende le seguenti parti: (1) acquisizione dei dati, (2) test psicometrici, (3) esame obiettivo, (4) valutazione delle componenti adattative disfunzionali neuro psico motorie, (5) disallineamento degli arti inferiori e dismetria funzionale, (6) ONP, (7) prescrizioni terapeutiche. 1 – Acquisizione dei dati. Cioè l’anamnesi, avvalendosi eventualmente anche degli esiti di altri esami che il paziente ha già fatto in passato, come esami di laboratorio o strumentali. 2 – Test psicometrici. Servono per avere una misura dello stato psico-emotivo e relazionale del paziente, sia per rendersi conto delle sue reali condizioni in quel dato momento, sia per poter poi apprezzare i cambiamenti a distanza di tempo dalla fine della terapia, al momento della verifica fatta nella visita di controllo. I più utilizzati sono l’MSP test, che è quello messo a disposizione dall’istituto di Firenze, e l’SCL 90. 3 – Esame Obiettivo. Questo parte con l’osservazione accurata del paziente, di cui devono essere riconosciuti tutti gli aspetti alterati legati allo stress sopportato. 4 – Valutazione delle componenti adattative disfunzionali neuro psico motorie, cioè dell’atteggiamento neuro psico motorio posturale. Già dalla osservazione della faccia si possono ricavare degli elementi diagnostici importanti, visto che la muscolatura mimica facciale ha una estesa rappresentazione corticale. Il rachide può mostrare delle alterazioni visibili anche a occhio nudo, in particolare le curvature fisiologiche possono essere accentuate rispetto al piano frontale (iperlordosi e ipercifosi), così come possono sparire (rettilineizzazioni), e possono comparire delle curve sul piano sagittale (scoliosi). Talvolta possono essere utili delle valutazioni funzionali articolari, lo studio dei riflessi tendinei, del fenomeno dell’inibizione reciproca, per il quale la contrazione di certi gruppi muscolari è associata all’inibizione dei gruppi muscolari antagonisti, l’osservazione dei piedi e dell’eventuale ispessimento sottocutaneo. 5 – Disallineamento degli Arti Inferiori e Dismetria Funzionale. L’osservazione del disallineamento degli altri inferiori e la valutazione della dismetria sono degli elementi diagnostici del tutto nuovi, introdotti da Salvatore Rinaldi e da Vania Fontani per avere un indice della asimmetria con cui, per effetto dello stress e come reazione di sopravvivenza, contraiamo gruppi muscolari simmetrici. Il disallineamento è un valutazione statica, che fa fatta a paziente sdraiato sul lettino in posizione supina. Se il medico poggia il margine esterno dei suoi pollici sui due margini rotulei del paziente, o su altri due punti delle rotule, si osserva come i due pollici, e quindi le rotule, non sono allo stesso livello, ma una delle due, solitamente la destra, è più in alto, di un valore più spesso attorno 7 mm. La dismetria funzionale invece è una valutazione dinamica, in cui il medico chiede al paziente di passare dalla posizione clinostatica a quella seduta mantenendo i margini dei pollici sulle rotule del paziente, e notando come, passando da una posizione all’altra, si verifica una inversione del disallineamento, per la quale il pollice che prima era più alto dopo è più basso, a indicare che il paziente ha contratto in maniera asimmetrica gruppi muscolari simmetrici. Al posto delle rotule possono essere utilizzati anche malleoli tibiali. La valutazione della dismetria è importante perché dopo la terapia di ONP, se sarà fatta correttamente, dovrebbe sparire, a indicare che il paziente si è sbloccato, e quindi che non sta più utilizzando la strategia di sopravvivenza precedente alla ottimizzazione. 6 – Ottimizzazione Neuro Posturale. Dopo aver selezionato dal menu della macchina il comando “Terapie”, si sceglie “ONP”, e dopo un breve intervallo dal display si legge la richiesta di appoggiare il puntale del manipolo alla macchina, in un morsetto elettrico di test posto nella parte anteriore. Nello stesso display compare la richiesta di avvicinare una mano al secondo emettitore, e dopo questa operazione parte l’autocalibrazione, che serve per accertarsi che l’interferenza elettromagnetica ambientale è in grado di accogliere il fenomeno. La ONP è la manovra terapeutica più importante, perché il medico deve riconoscere con estrema precisione un punto del padiglione auricolare del paziente, poggiarvi il puntale del manipolo e spingere il pulsante. La risposta del paziente è immediata, e la si può apprezzare con una scomparsa della dismetria. Dopo la terapia, anche per far apprezzare al paziente l’effetto della ONP, si può osservare nuovamente il suo atteggiamento posturale invitandolo a camminare avanti e indietro per lo studio, ponendo attenzione agli stessi aspetti riconosciuti prima come disfunzionali, che non necessariamente saranno spariti, ma bastano pochi cambiamenti significativi per avere la conferma che il paziente ha risposto alla terapia. È importante precisare che i cambiamenti significativi riferiti dal paziente non sono sempre dei benefici sintomatici, anzi in alcuni casi è possibile che i pazienti mostrino dei leggeri effetti indesiderati, magari dei disturbi raccolti durante l’anamnesi che erano assenti all’inizio della terapia. 7 – Prescrizioni terapeutiche. Una volta essersi accertati che il paziente ha risposto allaterapia di ONP, si procede con le altre terapie. La prima terapia da effettuare è sempre l’Ottimizzazione Neuro Psico Fisica, che fa fatta singolarmente per almeno 6 sedute. Se il paziente presenta dei disturbi locali, come esito di una Sindrome Locale di Adattamento, in cui il funzionamento della zona malata non è più controllato dal Sistema Nervoso Centrale, con formazione di alterazioni di varia natura, dopo almeno 6 sedute di ONPF, si associa il protocollo di Attivazione Tissutale, mentre se i muscoli sono gestiti in maniera scorretta o non equilibrata, si ricorre al protocollo di Riprogrammazione Motoria.

L'Ottimizzazione Neuro Psico Fisica (ONPF) rappresenta le terapia più importante con il CRM, quella che influisce in maniera più incisiva sulla risposta del Sistema Nervoso Centrale allo stress. Anche in questo caso si utilizza il manipolo, il cui puntale va appoggiato sul padiglione auricolare, ma rispetto alla ONP ci sono delle differenze: 1 - i punti sono sette, non uno soltanto; 2 - non è necessario poggiare il manipolo con una precisione millimetrica quando si spinge il pulsante, in quanto a ciascuno dei sette punti corrisponde una zona, al centro della quale l’effetto terapeutico è massimo, e più ci si allontana più questo diminuisce; 3 - la ONPF va fatta a cicli, ognuno dei quali è costituito da 18 sedute, suddivise, secondo le linee guida fornite dall’Istituto Rinaldi Fontani, in due blocchi separati tra di loro da un intervallo che va da 1 a 4 settimane, il primo da 12 sedute e il secondo da 6, all’interno dei quali la distanza temporale tra una seduta e l’altra deve essere superiore a un’ora (che personalmente ho voluto portare a 90 minuti) e inferiore ai 14 giorni (ma io preferisco dire ai miei pazienti 10 giorni); non sono possibili più di 4 sedute in una stessa giornata; 4 - mentre la ONP è finalizzata a sbloccare il Sistema Nervoso dai condizionamenti indotti dallo stress, e come tale è necessaria per rendere il paziente recettivo agli altri protocolli con la CRM terapia, la ONPF è la principale terapia di riequilibrio neuro psico fisico relazionale, il cui scopo è di combattere le alterazioni disfunzionali che sostengono o causano la maggior parte delle patologie, ripristinando un corretto controllo delle funzioni alterate; senza una precedente ONP, la ONPF può avere degli effetti, ma i pazienti che hanno fatto una ONP rispondono molto meglio; 5 - la durata delle sedute di ONPF è più breve, perché, se il paziente non ha novità cliniche da riferire al medico, dura giusto il tempo di poggiare il manipolo sui sette punti del padiglione auricolare; 6 - mentre la ONP, salvo casi eccezionali, è una sola, e una volta fatta non dovrebbe essere più ripetuta, un solo ciclo di ONPF non è sufficiente a liberare il paziente da tutti i condizionamenti indotti dagli stress degli anni precedenti, un obiettivo che può essere raggiunto con un numero di cicli che, secondo le indicazioni dell’Istituto, dovrebbe essere pari al numero di decenni di vita di ciascun paziente moltiplicato per due, diminuendo nelle persone anziane e aumentando nei bambini e in pochi altri casi selezionati.

L'apparecchiatura necessaria per fare l'Ottimizzazione Neuro Psico Fisica si chiama CRM, una sigla che sta per Convogliatore di Radianza Modulante, e la tecnologia è detta REAC, ovvero Radio Electric Asymmetric Conveyor. Questa apparecchiatura è dotata di tre emettitori da cui parte un debolissimo e innocuo campo elettromagnetico generato da una radiofrequenza che si disperde nell'ambiente, di un manipolo per le terapie di Ottimizzazione Neuro Posturale e di Ottimizzazione Neuro Psico Fisica, e di un cavo multisonda per le terapie di Attivazione Tissutale e di Riprogrammazione Motoria. Riguardo il meccanismo con cui il CRM agisce sul corpo ottimizzando la risposta del Sistema Nervoso Centrale allo stress, alla base di tutto c’è un’ipotesi scientifica, che è quella di evidenziare al Sistema Nervoso gli adattamenti disfunzionali inconsapevolmente indotti dallo stress ambientale, cioè prodotti dalla reazione al carico allostatico. Quando il medico spinge il pulsante del manipolo dopo averlo appoggiato a punti specifici del padiglione auricolare, l’apparecchiatura emette un debolissimo e innocuo campo elettromagnetico generato da una radiofrequenza che si disperde nell'ambiente, una radiofrequenza che poi è convogliata verso il puntale del manipolo che è appoggiato al padiglione auricolare del paziente permettendo al Sistema Nervoso Centrale di raccogliere le informazioni sullo stato dell’intero organismo e concentrarle, affinché possano essere inviate al cervello per essere decodificate. Questo processo ha lo scopo di consentire al SNC di autopercepirsi, al fine di riconoscere gli adattamenti disfunzionali indotti dal carico allostatico e ottimizzare la sua risposta. A questo proposito ecco quanto riporta una pagina del sito della ASMED: IL CRM® Il Radio Electric Asymmetric Conveyer – CRM è probabilmente la più innovativa apparecchiatura terapeutica disponibile in medicina. È stata ideata per consentire il progressivo recupero psico fisico, ottimizzando le risposte dell’organismo, anche in presenza di malattia. Il CRM è nato dopo lunghi anni di studio che hanno prima fissato gli obiettivi terapeutici e successivamente hanno indagato su come raggiungerli. La tecnologia del CRM è l’unica che ha permesso di raggiungere gli obiettivi prefissati, garantendo sempre la massima efficacia, affidabilità e sicurezza, in assenza si effetti collaterali. La tecnologia del CRM si basa su un brevetto internazionale che sfrutta una innovativa interazione fra il campo elettromagnetico, emesso dagli esseri viventi, e quello debolissimo emesso dal CRM. Questa interazione genera delle piccolissime correnti prodotte dallo stesso organismo che vengono concentrate "convogliata" su specifici punti o zone del corpo secondo precisi protocolli, determinando un progressivo ripristino delle migliori performance psico fisiche ed interessanti risultati terapeutici su vari disturbi e patologie. Il principio tecnologico del Radio Electric Asymmetric Conveyer – CRM è unico ed ha richiesto un lunghissimo percorso di ricerca sia tecnologico che di validazione clinica. Diffidate da chi vi propone sue evoluzioni. Non esistono La tecnologia REAC La tecnologia del CRM è detta REAC, che come si legge nell'allegato al sito dell'Istituto Rinaldi Fontani, "è una tecnologia brevettata a livello internazionale (WO2001EP07800, EP1301241, US7,333,859 ed altri brevetti in corso), nata specificamente per usi terapeutici." Inoltre "Per le sue peculiari caratteristiche, la tecnologia REAC non è assimilabile o confrontabile con nessun’altra tecnologia". Per chi volesse approfondire circa le caratteristiche della tecnologia REAC può andare all'allegato summenzionato o cercarlo nel sito della hewemed, in cui tra l'altro si legge che: I vantaggi della tecnologia REAC sono assoluti rispetto a qualsiasi altro tipo di stimolazione transcutanea, per l’assoluta non invasività, la completa assenza di dolore, o di qualsiasi altra percezione. (...). La sicurezza per il paziente in trattamento e la sua efficacia fanno della tecnologia REAC il miglior strumento terapeutico in ambito della riabilitazione neurologica, psichica, post traumatica e delle patologie disfunzionali. Inoltre la tecnologia REAC per le sue peculiari caratteristiche non potrà mai diventare obsoleta, garantendo un sicuro investimento professionale.

Per capire che cos’è lo stress e che ruolo ha per il buon funzionamento dell’organismo, argomento che è stato toccato nella pagina in cui si parla dell'armonizzazione del funzionamento cerebrale, si immaginino tre colonne, una a sinistra, una al centro e una a destra, esattamente come sono rappresentate nella figura (si consiglia di cliccare sotto la figura per ingrandirla). Nella colonna di sinistra ci sono i cambiamenti, soprattutto esterni ma anche interni, nella colonna centrale c’è il sistema nervoso centrale e nella colonna di destra ci sono gli adattamenti, soprattutto interni ma anche esterni. Tutte le volte che c’è un cambiamento in atto o imminente, cioè un fattore di stress o stressor, come un aumento della temperatura esterna, una notizia emotivamente rilevante, per esempio buona che suscita gioia o cattiva che suscita tristezza, o anche quando si avvicina un momento importante come un esame che la persona considera molto importante, si sta realizzando un cambiamento, che nei primi due casi è in atto, nel terzo caso è imminente. Attraverso i cinque sensi che ci mettono in contatto con l’ambiente esterno che ci comunica i cambiamenti esterni, ma anche attraverso sensazioni che partono dall’interno del nostro corpo, che ci informano sui cambiamenti interni, il funzionamento del Sistema Nervoso Centrale, cioè del cervello, non può restare indifferente ma cambia, un cambiamento che è motivato dal fatto che di fronte a questi cambiamenti, in atto o imminenti, il corpo per forza di cose si deve adattare, cioè deve lui stesso cambiare il suo funzionamento. Così qualsiasi cambiamento, soprattutto esterno ma anche interno, con l’intermediazione del Sistema Nervoso Centrale, è responsabile di adattamenti, soprattutto interni ma anche esterni, che sono tanto più favorevoli quanto meglio ha risposto il Sistema Nervoso Centrale. Nelle tre colonne suddette quindi ci sono delle variazioni significative: mentre il linguaggio comune indica con la parola “stress” a volte i cambiamenti che abbiamo localizzato nella colonna sinistra altre volte gli adattamenti che invece stanno a destra, letteralmente con la parola stress si indicano gli aumenti dell’attività del Sistema Nervoso Centrale che abbiamo messo nella colonna al centro, degli aumenti che sono finalizzati a realizzare degli adattamenti del funzionamento dell’organismo che non può restare indifferente ai cambiamenti. Il nome corretto per indicare i cambiamenti è stressors, che cioè agenti stressanti, mentre gli adattamenti interni rappresentano un tipo di stress, in contrapposizione allo stress cerebrale che come è stato detto è lo stress vero e proprio, può essere chiamato stress fisico. Quindi la risposta alla domanda di questa FAQ è che lo stress è rappresentato dall'aumento dell'attività cerebrale necessaria per fare in modo che, di fronte a cambiamenti in atto o imminenti, il corpo si adatti adattando il suo funzionamento alle mutate condizioni in corso o previste.

A grandi linee, il funzionamento dell’organismo momento per momento dipende in parte da programmi biologici interni al corpo stesso, in gran parte frutto a loro volta di programmi cerebrali tutti interni al cervello, e in parte, come è stato chiarito nella FAQ 13, dai cambiamenti in atto o imminenti, il tutto finalizzato non al benessere ma alla sopravvivenza. Ripeto: il fine del funzionamento del corpo non è il benessere ma la sopravvivenza, e molte deviazioni patologiche possono essere interpretate proprio dalla priorità che il corpo, e in modo particolare il cervello, dà alla sopravvivenza piuttosto che al benessere. Per semplificare il discorso, l’aumento dell’attività cerebrale come risposta a cambiamenti in atto o imminenti (dei cambiamenti che sono soprattutto esterni ma anche interni), cioè lo stress cerebrale, può essere ottimale, cioè positivo o favorevole, ma può essere anche disfunzionale, cioè negativo o sfavorevole (ho premesso che si tratta di una semplificazione perché il discorso è un po’ diverso, ma in questa sede va bene distinguere lo stress in ottimale e disfunzionale). La differenza è notevole perché, come si vede nella figura associata al punto 5 degli approfondimenti relativi all'Ottimizzazione Neuro Psico Fisica, mentre da un’attività cerebrale ottimale derivano un adattamento ottimale e una sopravvivenza ottimale, il che genera immediatamente gratificazione psicologica ed efficienza fisica e nel medio lungo termine benessere sia psicologico (serenità) che fisico (salute), da un aumento disfunzionale dell’attività cerebrale derivano un adattamento e una sopravvivenza disfunzionali, da cui malumore e malessere fisico immediati e nel medio lungo termine un sensibile aumento della disfunzione cerebrale. L’aumento della disfunzione cerebrale vuol dire uno stato di allerta continuo, con il corpo che mantiene attivi quei meccanismi che se opportunamente contestualizzati ci possono salvare la vita ma se messi in atto quando non sono necessari ci mantengono iperfunzionanti senza motivo, il che si traduce in un sistema ortosimpatico iperattivo, con una reazione vasale di prevalente vasocostrizione e aumento della pressione arteriosa, aumento dell’impedenza cutanea, variazioni della potenza del battito cardiaco e altri cambiamenti che nel tempo possono danneggiare direttamente alcuni organi o apparati, con la generazione di quelle che non a caso sono chiamate malattie da stress, la maggiore predisposizione ad altre malattie o con l’amplificazione di eventuali malattie che la persona già aveva. Oltre al sistema ortosimpatico l’aumento inopportuno dell’attività cerebrale si scarica anche sul sistema ormonale, in modo particolare con un aumento dell’adrenalina circolante, ma non solo, variazioni anche delle difese immunitarie e un ipertono muscolare che rende i muscoli più rigidi. Come compare nello schema suddetto (si consiglia di cliccare sotto l'immagine per ingrandirla e leggere meglio le scritte), la disfunzione, quando supera certi livelli, può determinare: - generazione di malattie che compaiono a prescindere da fattori esterni, o con una loro partecipazione irrilevante, quelle che sono chiamate malattia da stress; - predisposizione a una o più malattie o disturbi cui la persona è particolarmente vulnerabile limitatamente a quando è sotto stress; - amplificazione di malattie o disturbi che la persona ha contratto prima che la disfunzione aumentasse, al punto da poter compromettere seriamente la salute della persona, per cui queste malattie o questi disturbi possono peggiorare e richiedere maggiori tempi di guarigione o maggiori interventi terapeutici.

La risposta a questa domanda attiene al discorso sulla distinzione tra vari tipi di stress di cui si è parlato nel punto 1 delle pagine dedicate all’Ottimizzazione Neuro Psico Fisica, dove si parla del rafforzamento della persona. Posto che si parla di stress tutte le volte che l’attività del cervello aumenta per qualsiasi motivo, da una doppia distinzione dello stress ne derivano tre tipi: lo stress può essere acuto quanto l’attività cerebrale aumenta giusto il tempo necessario per adattare il funzionamento dell’organismo a seguito di un cambiamento in atto o imminente, ma può essere anche cronico, quando l’attività cerebrale rimane alta anche quando non è necessario; lo stress acuto può essere ottimale, cioè positivo o favorevole, quando è associato alla gratificazione psicologica e all’efficienza fisica, ma può essere anche disfunzionale, cioè negativo o sfavorevole, quando è associato al malumore psicologico e al malessere fisico (si badi bene, salvo casi estremi un episodio di stress acuto negativo non genera delle malattie, a meno che il livello di stress cronico precedente non fosse già elevato, ma allora si parla di episodio di stress acuto che si sovrappone a uno stress cronico già elevato). Mentre la comparsa degli stress acuti in tutti i casi è motivata dalla circostanza intercorrente o imminente, la comparsa dello stress cronico è legata proprio al costo biologico che il cervello della persona e quindi l’organismo pagano a seguito di qualsiasi stress acuto dovesse sopportare. Infatti, tra prima di un singolo episodio circoscritto di uno stress acuto e dopo la sua terminazione la persona ha una certa attività cerebrale di fondo che è data dal suo livello di stress cronico, che può essere anche basso e che dipende direttamente dal grado di disfunzione cerebrale in un dato momento. Tra prima di questo episodio e dopo la sua terminazione il livello di attività cerebrale, cioè il livello di stress cronico, non è lo stesso ma aumenta per via del costo biologico di cui stiamo parlando. Per ripristinare il livello ai attività cerebrale precedente all’episodio di stress acuto, sia esso uno stress favorevole o sfavorevole, occorre una tregua dell’attività cerebrale che permetta alla persona di rigenerarsi, quindi un tempo sufficientemente lungo in cui l’attività cerebrale della persona si mantiene bassa o perché non si sta impegnando in nessuna attività stressante o perché si sta impegnando in una o più attività gratificanti, quindi sta affrontando uno stress acuto positivo talmente piacevole da permetterle di recuperare le energie perse precedentemente. Questo le permette di “pagare” il costo biologico. Ma c’è anche un altro modo di “pagare” il costo biologico di uno stress acuto, anzi di ripetuti stress acuti. Infatti, se la persona non ha ancora ripristinato il livello di attività cerebrale precedente a uno stress acuto che ha vissuto e va incontro a un altro stress acuto simile o diverso, quando questo smette di impegnarla a livello cerebrale la rimanente attività cerebrale residua è ancora un po’ superiore rispetto a com’era dopo il termine del precedente stress acuto. Dopo il secondo episodio di stress acuto, di nuovo, la persona può ripristinare livelli di attività cerebrale ottimale recuperando le energie cerebrali che ha in qualche modo perso con i due stress acuti precedenti ma può anche vivere un terzo episodio di stress acuto che aumenta ulteriormente l’attività cerebrale residua, il che significa un livello maggiore di stress cronico che è sostenuto da una maggiore disfunzione cerebrale. Gli episodi di stress acuto successivi lasceranno, come costo biologico, un’attività cerebrale residua sempre maggiore, fino a quando l’attività cerebrale si mantiene molto alta anche quando non è necessario che lo sia: questo è uno stress cronico alto, la fonte delle malattie da stress, dei logorii di una vita frenetica, il fattore che partecipa attivamente alla generazione e al mantenimento della quasi totalità delle malattie e che a volte le amplifica richiedendo tempi più lungi per la loro scomparsa. Quindi il costo biologico può essere definito come l'inevitabile aumento di attività cerebrale che si accumula dopo qualsiasi tipo di stress acuto, un accumulo che se non opportunamente compensato con il tempo può favorire la comparsa di uno stress cronico che può determinare, favorire o amplificare le malattie più varie. È ovvio che gli stress acuti negatici comportano un costo biologico maggiore rispetto agli stress acuti positivi, e che quindi lo stress cronico compare più precocemente a seguito di ripetuti stress negativi. Il che non toglie comunque che ci si può stressare cronicamente anche per via degli stress positivi e gratificanti, che per certi versi possono essere considerati più pericolosi perché comportano un costo biologico più diluito nel tempo e lo stress cronico sopraggiunge più subdolamente, facendo sentire la sua presenza anche all'improvviso.

Per quanto mi riguarda di motivi validi non ce ne sono. Personalmente intendo le pratiche della medicina e delle professioni sanitarie in genere come delle missioni finalizzate prima di tutto a migliorare la salute dei pazienti, e poi a ridurre o a eliminare le loro sofferenze, e ogni intervento orientato in queste direzioni, soprattutto la prima, va promosso e sostenuto. Per questo un medico che dovesse sapere che esiste un metodo così valido per ottenere questi risultati dovrebbe interessarsi direttamente, o se non può farebbe bene a cercare la collaborazione di un altro medico che lo faccia. Detto questo, il primo motivo per il quale un buon medico o un buon fisioterapista potrebbero rifiutare l’Ottimizzazione Neuro Psico Fisica potrebbe essere l’attaccamento alle proprie conoscenze teoriche e alle proprie pratiche cliniche, considerate valide e quindi irraggiungibili da altre alternative, il che secondo me indica prima di tutto una chiusura mentale verso il progresso della scienza e della pratica mediche, e secondariamente una indisponibilità da parte loro a tutelare gli interessi dei pazienti, con la rinuncia ad aggiornare la loro preparazione teorica e la loro formazione professionale alle novità che offre il mercato. Un altro motivo potrebbe essere la paura di diminuire il loro lavoro e di conseguenza i loro guadagni, e ammetto che con i tempi che corrono questa motivazione può essere più valida della precedente, ma credo anche che se anche loro dovessero investire per formarsi come operatori di Ottimizzazione Neuro Psico Fisica e per praticare essi stessi questa metodica all’avanguardia se ne avvantaggerebbero enormemente, perché se opportunamente integrata con la loro formazione e con i loro approcci precedenti potrebbe dare a loro molte soddisfazioni, ma ovviamente se ne avvantaggerebbero anche i loro pazienti e se ne avvantaggerebbero anche la scienza medica nel suo complesso e il mercato, perché maggiori sono i medici che la praticano maggiori sarebbero le possibilità di scelta da parte dei pazienti, maggiore la concorrenza tra colleghi e in ultima analisi maggiore la loro professionalità e la qualità delle rispettive prestazioni, a tutto vantaggio della salute dei pazienti e della società, che mai come oggi ha avuto bisogno di trattamenti di questo tipo. Se poi loro non fossero disposti e cominciare un tale percorso possono cercare la collaborazione di un collega cui affidare solo o soprattutto i casi più resistenti alle loro terapie e continuare a fare quello che hanno sempre fatto, senza risentirne ma anzi migliorando la qualità della loro offerta e contribuendo in maniera significativa al miglioramento della società.

I protocolli di trattamento fattibili con il CRM sono in tutto 4, di cui i primi 2 (Ottimizzazione Neuro Posturale ONP e Ottimizzazione Neuro Psico Fisica ONPF) sono chiamati protocolli di ottimizzazione, rientrano nell'ambito delle tecniche di Neuro stimolazione/modulazione e sono finalizzati alla neuro modulazione in ambito neurologico, psichiatrico, fisiatrico - riabilitativo, neuro psicofisiologico, gli altri due (Attivazione Tissutale AT e Riprogrammazione Motoria RM) rientrano nei protocolli di Neuro Psico Fisio Terapia e hanno come l’obiettivo terapeutico quello di evidenziare al Sistema Nervoso Centrale il disordine periferico, sia esso di natura infiammatoria, degenerativa o traumatica. L’Ottimizzazione Neuro Psico Fisica è pertanto solo uno dei 4 protocolli che possono essere fatti con il CRM. Protocolli di ottimizzazione I protocolli di ottimizzazione sono somministrati tramite un manipolo il cui puntale va appoggiato in punti specifici del padiglione auricolare destro. Il primo e preliminare protocollo è l’Ottimizzazione Neuro Posturale (ONP – vedi FAQ 10), che consiste in una sola seduta finalizzata a sbloccare il Sistema Nervoso dai condizionamenti indotti dallo stress, e come tale è necessaria per rendere il paziente recettivo agli altri protocolli con la CRM terapia. La seduta di ONP consiste nella raccolta dei dati, nella somministrazione di un test sullo stress chiamato MSP test e nella somministrazione della terapia, che è data dall'applicazione del puntale del manipolo in un solo punto del padiglione auricolare, che essendo una delle zone più riccamente innervate dal corpo è una via d'accesso privilegiata al Sistema Nervoso Centrale. Il secondo protocollo è l’Ottimizzazione Neuro Psico Fisica (ONPF– vedi FAQ 11), che è la principale terapia di riequilibrio neuro psico fisico relazionale, il cui scopo è di combattere le alterazioni disfunzionali che sostengono o causano la maggior parte delle patologie, ripristinando un corretto controllo delle funzioni alterate. Operativamente, l'ONPF consiste in cicli di 18 sedute opportunamente distanziati tra di loro, e in ogni seduta l'orecchio del paziente viene trattato non in 1 ma in 7 punti, che corrispondono alle parti o alle funzioni dell'organismo che si attivano nella risposta allo stress. Tra una seduta e l'altra devono passare tempi minimi e massimi e non è ammesso fare più di 4 sedute in una sola giornata. Per quanto riguarda il tempo tra una seduta e l'altra tra la dodicesima e le tredicesima seduta si concorda un intervallo compreso tra 1 e 4 settimane per poi riprendere le ultime 6 sedute che rispetto alle precedenti 12, che idealmente andrebbero fatte con una frequenza di 3-4 sedute alla settimane, possono essere più distanziate tra di loro, potendo essere fatte anche una per ogni settimane fino alla fine del ciclo. Protocolli di Neuro Psico Fisio Terapia Mentre i primi due protocolli si fanno sfruttando la ricca innervazione di cui è provvisto il padiglione auricolare, gli altri due, l’Attivazione Tissutale (AT) e la Riprogrammazione Motoria (RM) si avvalgono invece di una sonda laminare, simile a una pellicola di alluminio, che va applicata su parti del corpo e che va attaccata a un cavo multisonda collegato sempre all'apparecchiatura. L’obiettivo terapeutico dell’Attivazione Tissutale (AT) è di rompere l’isolamento della zona malata e ripristinare progressivamente i raffinati meccanismi di riparazione che il Sistema Nervoso può attuare. L’obiettivo della Riprogrammazione Motoria è quello di esaltare le differenze tra gruppi muscolari antagonisti, come lo sono i muscoli flessori rispetto agli estensori e viceversa, e come tale viene utilizzata per gli squilibri della gestione flesso estensoria degli arti superiori, per turbe posturali, atteggiamenti scoliotici, turbe del controllo della deambulazione e disturbi circolatori.

È possibile ma non è così, anzi come spiegherò in un certo senso in questo caso l’effetto può essere considerato opposto all’effetto placebo. Infatti, se un paziente ha troppe aspettative dalla terapia, magari perché ne ha sentito parlare bene da chi gliel’ha consigliato o perché il medico stesso si è sbilanciato parlandone bene, le probabilità che rimanga deluso dai risultati è tanto più probabile quanto più le sue aspettative o peggio ancora le sua pretese erano alte. Al contrario un paziente che è diffidente, che non crede che l’Ottimizzazione Neuro Psico Fisica possa funzionare e che quindi non solo non ha aspettative positive ma ne ha di negative, quando si renderà conto dei benefici che gli dà la terapia li apprezzerà più facilmente, e sarà tanto più soddisfatto quanto minori erano le sue aspettative iniziali. Per questi motivi un medico che fa questa terapia deve guardarsi bene dal presentarla come se fosse la panacea di tutti i mali perché se così facesse rischierebbe di perdere credibilità e di non onorare il lavoro che fanno tutti gli altri che si impegnano per praticarla degnamente. Curiosamente capita spesso che subito dopo la prima terapia di Ottimizzazione Neuro Posturale o durante il ciclo di Ottimizzazione Neuro Psico Fisica i pazienti dicano parole come “Non vorrei che fosse autosuggestione, ma…” e quindi elencano tutta una serie di benefici che hanno ottenuto dalla terapia fatta. Inoltre quasi tutti quelli che hanno fatto l’Ottimizzazione Neuro Psico Fisica riferiscono che oltre al ridimensionamento o alla scomparsa dei disturbi per i quali si sono rivolti al medico hanno ottenuto anche altri benefici rispetto ai quali non avevano alcuna aspettativa.