IL RIFERIMENTO DI PAN
il motore dell’opinione al centro di tutto

di Gian Franco Dettori

A due mesi esatti dal lancio del blog, dopo i primi sei pezzi preliminari, ecco il pezzo che nelle mie intenzioni dovrebbe fare da ponte tra il primo blocco di pezzi e quelli dedicati alla descrizione del riferimento intorno a cui girano le descrizioni dei tipi di realtà che vi compaiono – il compito di questo pezzo è quello di presentare gli argomenti che saranno ripresi separatamente nei pezzi successivi – prima vi darò il disegno del riferimento, le posizioni e le tappe del percorso virtuoso, poi, dopo una breve premessa, saranno presentate delle generalità delle sei tappe del percorso virtuoso del riferimento di Pan – infine sarà sottolineato il ruolo centrale dell’opinione nelle dinamiche del percorso suddetto 

Posizioni del riferimento di Pan
 1 – superficialità / ignoranza conoscitiva  / (1) apparenza
 2 – essenzialità / conoscenza oggettiva  / (2) verità
 3 – semplicità / conoscenza soggettiva / (3) opinione
 4 – complessità / conoscenza utile / (4) gestione
 5 – complicatezza / ignoranza cognitiva / (5) menzogna

 Percorso virtuoso del riferimento di Pan
 
1) (0) Percezione superficiale o pensiero rievocato ⇒ (1) apparenza ingannevole
 2) (1) Apparenza affidabile ⇒ (3) opinione intuitiva
 3) (1) Apparenza accertata ⇒ (2) verità sicura
 4) (2) Verità completa ⇒ (3) opinione razionale
 5) (2) Verità presunta e (3) opinione soggettiva ⇒ (4) gestione intelligente
 6) (4) Gestione ottimale ⇒ (6) consapevolezza o comportamento opportuno
  


Il riferimento di Pan è un piccolo disegno geometrico all’interno del quale si riconoscono 5 posizioni, cui corrispondono altrettanti tipi di realtà: (1) realtà superficiale, sede dell’apparenza, in basso a sinistra, di colore rosa, (2) realtà essenziale, sede della verità, in basso al centro, gialla, (3) realtà semplice, sede dell’opinione, al centro del cerchio, verde, (4) realtà complessa, sede della gestione, in alto, azzurra, e (5) realtà complicata, sede della menzogna, in basso a destra, rossa. Tra queste realtà si può tracciare un percorso virtuoso con tre interferenze, di cui una ammessa e due no, e la conoscenza del significato delle 5 posizioni del riferimento di Pan, dei rapporti tra di loro e dei collegamenti possono fungere da riferimento, appunto, per trarre delle conclusioni che possano promuovere o la consapevolezza o dei comportamenti verbali e non verbali funzionali al benessere personale e relazionale di una persona, Pan. La scelta di un nome proprio è stata dettata esclusivamente da esigenze espositive in quanto questo permette di usare sempre lo stesso nome piuttosto che alternare dei sostantivi quali uomo, persona o individuo.
Secondo il riferimento di Pan, il percorso cognitivo virtuoso, con l’unica interferenza ammessa, che promuove la consapevolezza e che precede qualsiasi comportamento opportuno prevede questi 6 passaggi:
(1) percezione superficiale o pensiero rievocato ⇒ apparenza ingannevole;
(2) apparenza affidabile ⇒ opinione intuitiva;
(3) apparenza accertata ⇒ verità sicura;
(4) verità completa ⇒ opinione razionale;
(5) verità presunta e opinione soggettiva ⇒ gestione intelligente;
(6) gestione ottimale ⇒ consapevolezza o comportamento opportuno.
Vediamo queste tappe separatamente.
(1) Percezione superficiale o pensiero rievocato ⇒ apparenza ingannevole: dalla percezione superficiale deriva una realtà apparente potenzialmente ingannevole, ovvero quello che percepiamo o che rievochiamo non è la realtà ma l’apparenza, che è un riflesso della realtà percepita o rievocata, e il fatto che a volte ci sia una corrispondenza è solo una coincidenza meno frequente di quanto si pensi. L’arrivo di qualsiasi percezione attraverso i sensi, o una sua rievocazione dalla memoria, non mostra a Pan come la realtà è nella sua essenza ma gli fornisce l’apparenza, che è un riflesso della realtà, cioè sia gli effetti della realtà sul suo sistema percettivo, sia l’interpretazione personale che ne dà successivamente. Ne derivano due tipi di apparenza: l’apparenza percettiva e l’apparenza interpretativa, due potenziali e molto spesso effettive fonti di inganno che possono minare alla radice la validità dei passaggi successivi.
(2) Apparenza affidabile ⇒ opinione intuitiva: quando ci si può fidare dell’apparenza in maniera prudente, perché per questioni di economia temporale, ma anche di pigrizia cognitiva, spesso diamo credito intuitivamente anche ad apparenze di cui non siamo abbastanza certi, il che a volte va bene ma altre volte è fonte di errori anche gravi. Nell’ambito del percorso virtuoso questa tappa rappresenta l’unica interferenza ammessa. Le altre due interferenze partono dalla posizione n. 5 e sono dirette alle posizioni n. 2 e n. 3.
(3) Apparenza accertata ⇒ verità sicura: una parte dell’apparenza non inganna ma conferma o corregge la verità precedente, e affinché l’apparenza di un certo momento sia considerata degna di essere incorporata nella propria concezione della verità è necessario che rispetti delle condizioni che spesso sono trascurate.
(4) Verità completa ⇒ opinione razionale: la verità completa è l’unica fonte di opinioni razionalmente valide, in quanto per potersi fare una opinione soggettiva valida occorre disporre di una verità non solo sicura ma anche abbastanza completa da permettere delle interpretazioni personali che la completino nelle sue inevitabili lacune. La completezza della verità è riferita sia alla disponibilità di elementi che sostengano posizioni diverse o addirittura opposte, sia al ricorso a basi teoriche sufficienti insieme a un supporto di fatti concreti che le confermino. Siccome questa completezza della verità, in entrambe le accezioni, resterà sempre una completezza relativa, per quanto le opinioni di Pan possano essere equilibrate, egli non potrà mai dare loro un supporto oggettivo per cui possa pretendere legittimamente che siano considerate dalle altre persone alla stregua di certezze assolute.
(5) Verità presunta e opinione soggettiva ⇒ gestione intelligente: per questioni relazionali, un adattamento intelligente della verità e dell’opinione impone una loro gestione consapevole, perché la propria concezione soggettiva della verità e le proprie opinioni soggettive non devono essere imposte a se stessi e agli altri ma gestite consapevolmente, con intelligenza e creatività. I contenuti della verità, presi come tali o opportunamente integrati e ragionati nell’opinione, convergono verso la gestione, che può essere una gestione ottimale, quindi funzionale e consapevole, o meno, quindi disfunzionale nei suoi effetti e ignorante rispetto alla effettiva opportunità di manifestarli o meno come comportamento, verbale o non verbale.
(6) Gestione ottimale ⇒ consapevolezza o comportamento opportuno: una gestione corretta porta a un saggio silenzio consapevole o al comportamento più opportuno, nel senso che una corretta gestione di ciò che è considerato assolutamente vero o relativamente valido richiede prima di tutto una valutazione dell’eventualità di trasformarli o meno in comportamenti, verbali o non verbali, e poi come farlo. L’ultima tappa, anzi l’ultima eventuale tappa del percorso del riferimento di Pan, parte dalle conclusioni che egli ha tratto attraverso la gestione di quella che lui considera la verità oggettiva e delle sue opinioni soggettive, il che richiede la consapevolezza delle conseguenze immediate e tardive dell’eventuale comportamento e quindi dell’opportunità di realizzarlo o meno.

In tutti questi casi al centro delle dinamiche interne al riferimento di Pan c’è l’opinione, che stabilisce quali componenti dell’apparenza vanno rifiutate, accettate con prudenza o prese per buone, si occupa di una corretta gestione della verità e dell’opinione stessa e impedisce alle interferenze provenienti dalla posizione n. 5 di compromettere la validità di tutti passaggi descritti.