IL MIO MODELLO
apparenza (verità) opinione/menzogna => gestione
di Gian Franco Dettori
Vorrei che dopo aver finito i primi 7 pezzi preliminari siano chiare le intenzioni, le ambizioni e anche la portata della proposta che caratterizzerà i pezzi che verranno dopo, in cui compariranno degli approfondimenti di quanto sarà già stato accennato prima – in questo pezzo presenterò il modello di pensiero, e quindi anche di comportamento, che risulta dal riferimento di Pan, un modello unico con cinque numeri che qui ho riunito in una formula in cui, nell’ambito di un tipo di lettura dei riferimento di Pan, ogni cifra può essere sostituita, insieme alle altre, da una serie di parole i cui significati mantengono gli stessi rapporti con gli altri nello stesso tipo di lettura – quindi passerò alla lettura più semplice, quella che compare nel logo del blog, con apparenza (1), verità (2), opinione (3), menzogna (5) e gestione (4) – nell’ultima parte del pezzo spiegherò che, essendo il modello ideale, è soggetto a delle varianti, in particolare tre, la prima delle quali è legittima, molto più frequente rispetto al modello ideale, le altre due pur essendo molto frequenti andrebbero evitate, almeno dalla persone che non sono stupide e che non sono mosse dalla malafede
La complessità del modello ideale incluso nel riferimento di Pan, con i rapporti tra gli elementi delle posizioni, così come sono stati presentati nel pezzo n. 3, può essere capita meglio se associamo ciascuna posizione a quella della lettura del riferimento di Pan che compare nel logo del blog, una lettura per cui nella posizione n. 1 ci va l’apparenza, nella posizione n. 2 la verità, nella posizione n. 3 l’opinione, nella posizione n. 5 la menzogna e nella posizione n. 4 la gestione. A questo punto si può capire che partendo dall’apparenza (posizione n. 1), in parte passando attraverso la verità (posizione n. 2) e in parte direttamente, si raggiunge una certa opinione (posizione n. 3). In questo lavoro occorre impedire alla menzogna (posizione n. 5) e all’ignoranza cognitiva di interferire, il che si ripercuoterebbe sia sulla verità presunta, sia sull’opinione, che non sarebbe più aperta e logica ma stupida o arbitraria. L’opinione tuttavia non va pronunciata automaticamente ma va adattata, il che è reso possibile dalla gestione, l’ultimo passaggio prima del comportamento verbale o anche non verbale corrispondente.
Considerando le varianti rispetto al modello ideale, questo può essere riassunto con la formula:
1(2)3/5=4
a intendere che partendo da una ignoranza conoscitiva (posizione n. 1), con il contributo più o meno significativo della conoscenza oggettiva (posizione n. 2, messa tra parentesi), impedendo all’ignoranza cognitiva (posizione n. 5) di interferire con l’apertura e con la logica dei ragionamenti, si ottiene una conoscenza soggettiva (posizione n. 3) che va gestita per ottenere una conoscenza utile (posizione n. 4), che è quella che precede un comportamento verbale o non verbale.
1 – Modello => Riferimento ideale che funge da termine di paragone per una valutazione – il modello del riferimento di Pan riguarda il modo di pensare, che presenta un percorso virtuoso ideale ma che, realisticamente, ammette anche tre varianti, di cui una legittima e due no.
2 – Apparenza => Percezione superficiale della realtà in cui è possibile riconoscere alcune componenti affidabili, destinate a poter entrare far parte della verità oggettiva o dell’opinione soggettiva, ma anche altre componenti ingannevoli, che invece vanno escluse in quanto fonte di trappole.
3 – Verità => Realtà oggettiva assoluta ideale che Pan costruisce nella sua mente, una realtà che però risente delle influenze che possono derivare da tutti gli altri tipi di realtà.
4 – Opinione => Interpretazione personale della realtà che scaturisce in parte dall’apparenza, attraverso l’intuito, e in parte dalla propria versione della verità, cioè della realtà oggettiva, attraverso dei ragionamenti intrinsecamente coerenti, oltre che aperti e logici, che dovrebbero riempire la relativa incompletezza della verità stessa – il risultato resta comunque caratterizzato da un certo grado di incertezza.
5 – Menzogna => Alterazione volontaria della verità al fine di avvantaggiare sé stessi o altre persone solitamente a scapito di benefici collettivi, spesso facendo ricorso anche a ragionamenti ottusi o privi di una logica disinteressata e intrinsecamente coerente.
6 – Gestione => Ottimizzazione della verità e dell’opinione attraverso un loro adattamento intelligente e se necessario creativo alle esigenze del momento o al contesto, di modo tale da pianificare i comportamenti verbali e non verbali più funzionali in una data circostanza.
Il modello ideale del riferimento di Pan prevede che dall’apparenza si vada all’opinione passando attraverso la verità, e che opinione e verità partecipino a una gestione funzionale e consapevole delle conoscenza senza interferenze da parte dalla menzogna – questo però è un modello ideale, il cui percorso più spesso viene sostituito da un percorso alternativo che include delle varianti, in tutto tre, di cui una legittima e accettabile, le altre due no, sono delle trappole da conoscere e da cui sfuggire.
In realtà il percorso ideale 1-2-3-4 (ovvero apparenza-verità-opinione-gestione della conoscenza), senza interferenze da parte della menzogna (5), è di fatto inapplicabile perché nella quasi totalità dei casi l’opinione viene costruita facendo affidamento all’apparenza attraverso l’intuito. Quindi nel modello reale, così come nella formula numerica che è stata riportata sopra, la verità (posizione n. 2) va messa tra parentesi perché, pur essendo fondamentale per la creazione di un’opinione valida, per questioni di tempo, a volte di pigrizia cognitiva ma, ahimè, anche per interferenze provenienti dalla posizione n. 5, cioè dalla menzogna e dall’ignoranza cognitiva, lascia spazio a un’improvvisazione dettata dall’intuito.
L’intuito, cioè la decisione di prendere delle posizioni più o meno azzardate colmando le lacune conoscitive dell’apparenza basandosi sulla fiducia, sulla statistica o più semplicemente sulle proprie disposizioni interne, può essere puro, quando si muove nell’ambito dell’apertura e della logica, o condizionato dalle interferenze che partono dalla posizione n. 5, dove ci sono la menzogna e l’ignoranza cognitiva. Da qui, cioè dalla posizione n. 5, partono le altre due varianti che interferiscono, questa volta solo negativamente, con il percorso ideale: il collegamento dalla posizione n. 5 alla posizione n. 2, con cui Pan immette, inconsapevolmente o consapevolmente, dei contenuti falsi, cioè delle menzogne, nella verità oggettiva, facendole perdere il carattere di universalità e di necessità che le appartiene; il collegamento dalla posizione n. 5 alla posizione n. 3, con cui, per stupidità o per malafede, in tutti i casi per ignoranza cognitiva, fa o fa finta di fare dei ragionamenti ottusi e illogici, a volte forzati e arbitrari, creando e proponendo delle opinioni razionalmente inaccettabili.
Il modello reale ammesso dal riferimento di Pan propone pertanto la ricerca di una gestione della conoscenza oggettiva (verità) e della conoscenza soggettiva (opinione) che sia più funzionale possibile, dando al proprio intuito una fiducia non cieca ma prudente, ma soprattutto impedendo alla menzogna e alla propria ignoranza cognitiva di condizionare la verità e di compromettere la validità dei propri ragionamenti.
7 – Intuito => Scorciatoia conoscitiva che porta Pan a considerare accettabile, e quindi vero, anche ciò di cui non è assolutamente certo, basandosi sulla statistica o sulla fiducia, in se stesso o nelle altre persone – l’intuito parte dall’apparenza e va verso l’opinione, a livello della quale può subire l’azione della menzogna e dell’ignoranza cognitiva.
8 – Stupidità => Incapacità ad attenersi a una logica intrinsecamente coerente, aperta e logica per trarre delle conclusioni valide partendo dalla verità e dall’apparenza.
9 – Malafede => Pensiero rivolto al male altrui spesso con lo scopo di avvantaggiare sé stessi o altre persone, violando senza scrupoli i criteri di merito che caratterizzano le persone con le intenzioni più nobili e sane.
Il percorso virtuoso 1-2-3-4 può essere supportato, con la dovuta prudenza dettata dall’incertezza e dall’incompletezza che appartengono all’apparenza, dall’intuito, una funzione cognitiva capace di promuovere un percorso che, saltando la posizione n. 2 della verità, vada direttamente dall’apparenza all’opinione, cioè dalla posizione n. 1 alla posizione n. 3, il tutto nella consapevolezza dei limiti imposti dall’apparenza, dei limiti che purtroppo si tende a trascurare a volte per ragioni di stupidità e altre volte per malafede – questo la persona intelligente e in buonafede lo sa.
Credo che inserire le definizioni oggettive delle varie parole chiave prese da siti pubblici, accompagnate dal modo soggettivo con cui io intendo le stesse parole, possa essere utile per invitare i lettori a una riflessione sul modo con cui intendono queste parole e anche sulla loro posizione in merito – il prossimo pezzo, il pezzo n. 7, sarà dedicato ancora al riferimento di Pan, in modo particolare al modo con cui passare da una posizione all’altra sempre nell’ambito di un modello ideale adattato alla realtà che metta al centro di tutto l’opinione