CONOSCENZA, CONSAPEVOLEZZA E UTILITÀ NELLA COMUNICAZIONE
saggi, superbi, umili e arroganti
di Gian Franco Dettori
Una caratteristica che cerco di dare ai miei pezzi è quella di poter essere apprezzati maggiormente alla luce dei pezzi precedenti, ma di poter essere letti anche singolarmente, cioè fuori dal contesto in cui sono inseriti – l’argomento di cui mi occuperò qui si presta particolarmente a questo perché proporrò una distinzione delle persone che tenga conto di tre criteri, la sicurezza, la preparazione e la consapevolezza – questi tre criteri saranno discussi nella prima parte del pezzo e dalla loro combinazione scaturirà la caratterizzazione delle persone in quattro tipi, che sono quelli riportati nel sottotitolo del pezzo, saggi, superbi, umili e arroganti
Secondo una distinzione delle frasi che riprenderò in un pezzo più avanti, queste possono essere di tre tipi, affermazioni, domande ed esclamazioni. Le affermazioni possono essere ulteriormente distinte in affermazioni oggettive, cioè dati di fatto, che per essere tali devono essere veri e completi, e affermazioni soggettive, cioè opinioni, frutto di ragionamenti aperti che seguono una logica rigorosa e coerente.
È poi possibile un’altra distinzione che riguarda le persone in base a come fanno le affermazioni, una distinzione che tiene conto (1) di come parlano, cioè del loro atteggiamento, che può essere più o meno sicuro, (2) della attendibilità di quello che dicono, cioè del contenuto più o meno vero, e (3) della consapevolezza che dimostrano di avere nei riguardi degli effetti più o meno funzionali di quello che dicono.
Quando noi sentiamo una persona parlare il primo aspetto che notiamo, prima ancora del contenuto, è il modo con cui parla, cioè la sua sicurezza, per cui se parla con sufficiente padronanza ci sembra credibile e affidabile, al contrario se parla con troppa incertezza la vediamo debole e tendiamo a diffidare, questo sempre a prescindere dal contenuto. Andando poi a valutare e magari a verificare quello che la persona dice possiamo scoprire se sta parlando con le giuste cognizioni, cioè se è una persona preparata oppure se non lo è. Infine, a parità di sicurezza e di preparazione, l’altro criterio importante è la consapevolezza, che può trattenerla o meno dal pronunciarsi in merito a un certo argomento a seconda del contesto o anche delle conseguenze che pronunciarsi può avere sugli altri o sulla credibilità della stessa persona.
1 – Sicurezza => Atteggiamento che caratterizza il modo di essere di una persona che si trasmette prima al suo pensiero e poi al suo comportamento, che comprende anche il modo di comunicare – i messaggi che ne risultano possono essere condizionati dal grado di sicurezza anche in maniera rilevante.
2 – Preparazione => Grado di competenza teorica o pratica su un certo argomento, su una disciplina o su una abilità pratica.
3 – Consapevolezza => Adattamento delle proprie interpretazioni del mondo che tiene conto della realtà e che porta a parlare e a comportarsi in maniera funzionale al benessere proprio ma soprattutto collettivo.
Le frasi possono essere suddivise in affermazioni, domande ed esclamazioni – le affermazioni possono essere oggettive e soggettive, a seconda di come sono dette la persona può dimostrare di avere o meno sicurezza, di essere o meno preparata, ma anche di avere più o meno consapevolezza.
I tre criteri citati, sicurezza, preparazione e consapevolezza, permettono di distinguere le persone in sagge, superbe, umili e arroganti: (1) i saggi sono sicuri, preparati e consapevoli; (2) i superbi sono sicuri e preparati ma non consapevoli come i saggi; (3) gli umili possono essere o meno sicuri ma non sono preparati e di questo sono consapevoli; (4) gli arroganti sono sicuri ma impreparati e anche inconsapevoli dei loro limiti. Vediamo meglio questi significati.
La saggezza, prima ancora che preparazione, cioè conoscenza teorica (che può essere indicata anche come cultura orizzontale) o abilità pratica, è consapevolezza (o cultura verticale), una dote che fa sì che il saggio taccia e che parli o quando glielo impone il contesto, più che altro per una questione di responsabilità, oppure quando sono gli altri a chiamarlo in causa, in virtù di un’autorevolezza che lui non impone ma gli viene riconosciuta. Questo fa sì che chi è saggio non cerchi mai di imporre quello che dice, lui dimostra la sua preparazione in una specifica disciplina o in uno specifico argomento con i fatti e sono proprio i fatti oggettivi a dargli ragione al di là delle singole opinioni.
La superbia spinge invece le persone, sicure di quello che dicono e anche preparate, a non aspettare che siano gli altri a riconoscere loro il diritto di parola, piuttosto, forti di certezze solitamente motivate, cercano di imporsi, anche a costo di essere pesanti e di diventare antipatiche.
Una situazione che potrebbe essere opposta a quella della superbia la troviamo nell’umiltà, caratterizzata da una impreparazione completa o parziale di cui la persona è consapevole, per cui riconosce i suoi limiti e non li nasconde. Ho scritto che superbia e umiltà potrebbero essere situazioni opposte perché è vero che nella superbia abbiamo preparazione e inconsapevolezza e nell’umiltà impreparazione e consapevolezza, ma il livello di sicurezza, che nella superbia è alto, nel caso dell’umiltà è variabile, cioè può essere basso ma può anche essere alto.
Infine c’è l’arroganza, caratterizzata da sicurezza ma anche da impreparazione e soprattutto inconsapevolezza, per cui se da un lato l’atteggiamento della persona arrogante è talmente sicuro da trasmettere fiducia, l’analisi attenta di quello che dice rivela una impreparazione più o meno grave, di cui la prima vittima è la stessa persona arrogante che non se ne rende conto in quanto la sua ignoranza la spinge a cercare e a volte a creare i contenuti che le servono per dimostrare che la ragione ce l’avrebbe lei o una o più persone che sostiene in maniera fideistica e spesso acritica.
Riguardo l’utilità dei quattro modelli, mentre la comunicazione saggia è utile a condizione che la persona si pronunci non solo quando è chiamata in causa da altri ma anche quando è il contesto a richiederlo, la comunicazione superba più spesso non lo è perché riduce l’autorevolezza e a volte anche la credibilità; e mentre la comunicazione umile andrebbe presa come esempio, la comunicazione arrogante va condannata senza appello, sia per gli ostacoli che crea a chi merita di essere creduto, sia per gli effetti sulle persone poco attente che si assuefanno alla loro impreparazione e perdono la capacità di riconoscere chi merita fiducia e chi no.
4 – Saggezza => Atteggiamento pacifico e ben disposto proprio di chi è maturo, equilibrato e prudente, padrone di sé e misurato nelle affermazioni e nei comportamenti – rispetto alla comunicazione la saggezza è caratterizzata da sicurezza e preparazione, ma anche da una consapevolezza per la quale la persona saggia, a meno che non lo richiedano le circostanze, non prova ad imporsi ma lascia che siano le altre persone a coinvolgerla.
5 – Superbia => Fiducia cieca nella propria preparazione, nelle proprie capacità e a volte anche nella propria infallibilità che porta a non considerare i propri limiti e a lanciarsi con la massima convinzione verso uno o più obiettivi, a volte anche offendendo altre persone – rispetto alla comunicazione la superbia è caratterizzata da sicurezza preparazione ma poca consapevolezza.
6 – Umiltà => Consapevolezza dei propri limiti legati alla poca preparazione in un certo argomento o in una certa disciplina, con conseguente ammissione – rispetto alla comunicazione l’umiltà implica il pacifico e aperto riconoscimento della propria ignoranza conoscitiva o delle proprie incapacità.
7 – Arroganza => Presunzione di potersi esprimere in merito a un certo argomento pur non avendo la preparazione necessaria, guadagnando comunque visibilità per via di modi apparentemente sicuri – rispetto alla comunicazione l’arroganza prevede una grande sicurezza che però non è accompagnata da una preparazione sufficiente, con associata una grave ignoranza cognitiva che ha effetti negativi sia sui singoli individui, sia sulla cultura di una società.
8 – Utilità => Risultato auspicato di un comportamento verbale o non verbale che solitamente è stato realizzato con la consapevolezza di volerlo ottenere.
La saggezza è tipica di chi, in virtù della sua preparazione e di una autorevolezza che sono gli altri a stabilire, parla con cognizione di argomenti e di discipline quando sono gli altri a dirlo – la superbia conduce le persone a dire la loro anche se nessuno gli chiede niente, a volte raggiungendo un autoritarismo che raramente può avere risvolti positivi – l’umiltà è tipica di chi conosce i propri limiti e li riconosce senza problemi – infine l’arroganza appartiene a chi compensa la sua impreparazione e la sua inconsapevolezza, cioè la sua ignoranza grave, con una sicurezza che può ispirare fiducia, ma solo nelle persone meno attente – l’utilità è sempre presente nella saggezza e nell’umiltà, a volte nella superbia e mai nell’arroganza.