COME MI PERMETTO
contro la disinformazione con convinzione e ambizione ma senza arroganza

di Gian Franco Dettori

Molto probabilmente, leggendo il pezzo n. 3, alcuni avranno storto il naso per aver avuto difficoltà a capire i contenuti di un pezzo in cui ho parlato di semplicità per cui mi scuso con queste persone – se avessi voluto essere capito da tutti avrei dovuto fare un pezzo più lungo, e siccome mi sono proposto di fare dei pezzi brevi ho cercato di trovare un compromesso tra brevità e chiarezza con una descrizione superficiale che sarà approfondita in molti dei prossimi pezzi, facendo anche degli esempi e delle dimostrazioni – qui prima tornerò su un argomento toccato nel pezzo n. 2, ovvero l’importanza della comunicazione come mezzo evolutivo che dà benefici, sia individuali sia all’intera specie umana, per cui l’aumento della comunicazione dovrebbe aumentare questi benefici – tuttavia il condizionale è d’obbligo perché accanto a informazioni favorevoli ce ne sono anche di sfavorevoli, e il riferimento di Pan permette di distinguere le informazione valide rispetto a quelle che valide non sono, cioè che rientrano nella disinformazione – a questo riguardo il riferimento di Pan ha due funzioni fondamentali, entrambe molto ambiziose – la prima funzione è proprio quella di permettere il riconoscimento sia di quelli che sono chiamati disinformatori, cioè quelli che diffondono notizie che ostacolano o rallentano l’evoluzione culturale, sia di quelli che denunciano altri di fare della disinformazione pur non essendo questo vero, per impedire la diffusione e la circolazione di certe notizie o per aumentare la loro visibilità – la seconda funzione del riferimento di Pan è quella di guida per chi voglia raggiungere delle conclusioni logiche e consapevolmente valide – queste ambizioni non implicano necessariamente arroganza, e infatti il riferimento sarà proposto con il solo invito a metterlo in pratica per verificarne l’effettiva validità e per sfruttarne le potenzialità, senza richieste di fiducia ma con l’opportunità di mettere in discussioni anche, anzi soprattutto, le conclusioni proposte dallo stesso autore del blog, che sono io

Nel pezzo n. 2 ho scritto come la comunicazione sia importante sia perché permette a Pan di usufruire dei progressi delle altre persone, sia perché permette a ogni generazione di mantenere le conquiste delle generazioni precedenti. In realtà questo non è completamente vero perché se fosse così la crescita di Pan come quella dell’intera specie umana dovrebbe avere un andamento proporzionato a quello della quantità della comunicazione, cioè degli scambi informativi, ma non è così perché bisogna mettere in conto prima di tutto che oltre alla quantità nella comunicazione entra in gioco la sua qualità, nel senso che se da un lato abbiamo messaggi informativi favorevoli, che costituiscono la buona informazione, per Pan come per la sua generazione, dall’altro lato abbiamo anche altri messaggi opposti, che nel loro insieme possono essere chiamati disinformazione; inoltre occorre mettere in conto anche l’esistenza degli ostacoli che la buona informazione incontra da parte di chi ha interesse a bloccarla. A questo riguardo oggi come mai prima d’ora assistiamo a degli scontri tra chi fa segnalazioni di disinformazione e chi è accusato di farla, per cui si pone il problema se a fare della cattiva informazione sia la persona che è segnalata come un disinformatore o quella che segnala una disinformazione, che non si sa se sia vera o presunta.
Un primo obiettivo del riferimento di Pan, in quanto strumento al tempo stesso conoscitivo, cognitivo e di consapevolezza, è quello di permettere di riconoscere le notizie informative buone, cioè vere e logiche, da quelle che invece rientrano nella disinformazione. Parte integrante di questa funzione è quella di permettere di riconoscere se, nell’ambito di una contrapposizione in cui una persona ne accusa un’altra di fare della disinformazione, se si tratti di vera disinformazione o se la persona che sta segnalando una presunta disinformazione abbia interessi che una certa informazione buona non sia accettata, e allora la può squalificare come una bufala, cioè di una notizia inventata e messa in giro con danni alla cultura collettiva pur non avendo basi di contenuto e di ragionamento valide.


1 – Disinformazione => Operazione messa in atto intenzionalmente o inconsapevolmente, ma non per questo in maniera innocente, per ostacolare o per distorcere l’informazione buona, l’unica che permette sia la crescita personale di Pan, sia l’evoluzione culturale della collettività.
2 – Contrapposizione => Divergenza di due o più persone o gruppi di persone che la pensano diversamente, per esempio circa la bontà di una informazione, per cui se una parte dice che una certa informazione è valida l’altra dice che non lo è o che è una disinformazione.
3 – Bufala => Secondo Pan è una bufala o una potenziale bufala qualsiasi affermazione che non sia supportata da dati veri e completi, che non sia il frutto di ragionamenti aperti e logici, o che non abbia un chiaro riscontro nella realtà dei fatti, una affermazione che tuttavia pretenda da parte di chi la riceve una fiducia cieca nei confronti di chi la diffonde e nella sua buonafede, una buonafede che va intesa come intenzione di privilegiare gli interessi collettivi rispetto a quelli individuali.


Il valore evolutivo della comunicazione dipende dalla quantità delle informazioni scambiate tra le persone e tra le generazioni ma anche dalla loro qualità, che risente della disinformazione, ma anche delle segnalazioni improprie di informazioni corrette che vorrebbero essere tenute nascoste o che sono segnalate per guadagnare visibilità, in una contrapposizione tra chi è accusato di fare disinformazione e chi accusa, legittimamente o meno, potendo ricorrere talvolta a degli espedienti per sminuire i veri o presunti disinformatori, attraverso squalifiche che includono l’accusa di diffondere delle bufale.


Così si assiste quotidianamente a scontri anche piuttosto accesi, sia nei confronti pubblici diretti, ma ancora di più attraverso gli articoli o i post pubblicati soprattutto su Internet, in cui tanti esperti veri o presunti si sentono legittimati a dire la loro scagliandosi contro chi la pensa o si esprime diversamente, mentre tutti i fedeli sostenitori commentano positivamente e raramente mettono in discussione la bontà dei giudizi che leggono. Lo spettacolo che è sotto gli occhi di gran parte degli internauti è quello di gruppi più o meno numerosi di utenti che danno quasi sempre ragione al loro leader a scapito delle parti che sostengono posizioni diverse o anche opposte, senza che nessuno abbia dei riferimenti obiettivi che permettano di riconoscere non solo gli errori o le imprecisioni delle altre parti ma anche quelli della propria parte. Ecco allora che viene in soccorso il riferimento di Pan, che fornisce delle chiavi di lettura di ogni affermazione per poterne riconoscere i difetti sia di contenuto (posizioni n. 1 e n. 2), sia di ragionamento (posizioni n. 3 e n. 5), sia di coerenza e di funzionalità rispetto alle implicazioni pratiche (posizione n. 4).
La domanda che potrebbe venire di fronte a chiunque dovesse pretendere di dare un tale strumento agli altri è “Chi sei tu?” ovvero “Come ti permetti?”, a intendere che nessuno si dovrebbe permettere l’ambizione né tanto meno può avere la pretesa di illuminare gli altri con una proposta di questo tipo, eppure è mia convinzione che il riferimento di Pan, se utilizzato correttamente come è stato accennato nel pezzo n. 3 e come sarà approfondito nei dettagli più avanti, si rivelerà effettivamente un riferimento molto prezioso, e non solo per riconoscere l’informazione buona dalla disinformazione.
Infatti, l’altra mia ambizione è quella di dare a tutti una guida che permetta di raccogliere i dati necessari, veri e completi, per poi poter ragionare correttamente, con apertura e logica, e infine raggiungere la consapevolezza della bontà delle proprie conclusioni.
Come spiegherò meglio nel pezzo n. 5, credere che l’accettazione del riferimento di Pan potrebbe giovare per questi due motivi non significa essere arroganti ma piuttosto voler contribuire attivamente al miglioramento della qualità delle informazioni talvolta fortemente contrastanti da cui siamo bombardati continuamente, e vorrei che la validità di questo strumento sia confermata dal fatto che esso metterà i lettori più attenti e più acuti nelle condizioni di poter contestare anche le posizioni dell’autore che lo ha ideato e che intende descrivervelo, cioè me.


4 – Convinzione => Forte certezza che parte da dati veri e completi sottoposti a una logica aperta, con implicazioni che sono confermate dal confronto con la realtà dei fatti, il che legittima affermazioni di certezza non assoluta ma relativa, cioè delle opinioni personali.
5 – Ambizione =>
 Desiderio che i propri obiettivi individuali e collettivi si realizzino, o, come in questo caso, che le proprie proposte siano accettate.
6 – Arrogante => 
Persona che pur non avendo le conoscenze necessarie o non avendo i requisiti o i diritti per potersi esprimere in merito a un certo argomento lo fa pretendendo di essere creduta e di essere presa in considerazione.


Alla base della validità del riferimento di Pan c’è la forte convinzione che esso abbia sia il potere di permettere il riconoscimento delle affermazioni imperfette per difetto dei contenuti, dei ragionamenti o di consapevolezza, sia la funzione di guida per raccogliere dati validi cui applicare i ragionamenti giusti per raggiungere delle conclusioni consapevolmente corrette – queste ambizioni non implicano l’arroganza di chi pretende illegittimamente di illuminare gli altri, tant’è che ognuno grazie a questo riferimento sarà in grado di contestare anche le posizioni di chi questo riferimento lo ha creato e lo sta proponendo in questa sede, l’autore e curatore di questo blog.


 Da quello che ho scritto in questo pezzo non di dovrebbe pensare che mi voglia aggiungere ai già numerosi cacciatori di bufale o debunker, ma piuttosto mi interessa mettere le persone nelle condizioni di valutare le loro conclusioni per accorgersi se le loro accuse sono accettabili o meno – la distinzione tra le persone che conoscono e che sono in possesso di una consapevolezza sufficiente per potersi esprimere in merito a un certo argomento rispetto a quelle che non conoscono e che dovrebbero tacere sarà l’argomento del prossimo pezzo, il cui titolo, come annunciato nel pezzo n. 1, è proprio “Conoscenza, consapevolezza e utilità nella comunicazione”